Un commento a questo articolo mi pare d'obbligo.
Certo il progetto
del Centro del Cavallo, così come allora elaborato dalla Direzione
Regionale alla Cultura (leggi Alberto Vanelli) sembrava meraviglioso, ma
non aveva fatto i conti con quello che si sarebbe rivelato il suo unico
e grande rivale: la Cavalleria di Pinerolo. Due centri di tale portata
infatti si sono rivelati troppi per la nostra regione e la politica
interna al mondo equestre ha fatto il resto.
Poi si è aggiunta la crisi e la strada è stata segnata.
Aggiungo due parole sulla proposta avanzata dall'Amministrazione di Druento: è vero, molti
di quei terreni andrebbero restituiti all'uso pubblico (io dico al Parco La Mandria,
essendo area tutelata, ma questo non è il nocciolo della questione) ma
prima bisognerebbe appurare se le voci che parlano di sottofondo dei
galoppatoi e delle piste (anche quelle che sembrano prati) in materiale
sintetico dicono il vero o no.
Perchè se così fosse bisognerebbe parlare di bonifica prima di ogni altra cosa.
mercoledì 7 gennaio 2015
Passato e presente del Centro del Cavallo, bonifica e uso pubblico
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