lunedì 24 maggio 2010

Bresso, ricorso si, ricorso no ed il partito delle veline

Seguo con interesse un dibattito tutto interno al partito democratico piemontese sulle decisioni di Mercedes Bresso relative alla legittimità o meno della vittoria di Cota alle regionali. Leggo in particolare un susseguirsi di mail di militanti giovani e meno giovani - comunque facenti parte della classe dirigente, chi più chi meno, del partito - che si dicono indignati e che chiedono l'espulsione dell'ex presidente dal partito stesso. E allora non posso che tornare indietro col pensiero e fare alcune riflessioni. La Zarina è sempre stata chiamata così per l'indole autoritaria e autonoma che la contraddistingue, indole che tutti noi abbiamo vantato con fierezza fino a che non è diventata autodistruttiva. Io poi sono entrata nel pd proprio perchè ammiravo questa donna fiera e combattiva, questa icona per tutte le donne impegnate in politica. Negli anni di governo regionale però ho imparato che non è tutto oro quello che luccica e ho provato sulla mia pelle, e sulla pelle dell'ente che amministro, le difficoltà di trattare con una giunta che non si confrontava con nessuno, che non trattava da collaboratori gli amministratori da lei stessa nominati, autosufficiente e supponente. Ciò nonostante abbassavo la testa e con l'aria più umile che ero in grado di mostrare facevo la trafila per avere un'appuntamento con Bresso e le dicevo - con la massima cautela ma senza nascondermi - le cose che pensavo. La domanda è: quante persone hanno seguito questa strada, cioè quello di non sottrarsi alla propria coscenza, e per quieto vivere - per salvarsi il posto - o per lecchineria hanno proseguito come se nulla fosse? Quante persone fino a 2 mesi fa hanno continuato a dirle che era tutto bello, buono, vincente, le scelte giuste, i metodi azzeccati, ecc.? Non mi piace chi ora urla allo scandalo,non mi piace chi ora che non è più al potere si scaglia su di lei. In merito al ricorso io non l'avrei fatto. Non perchè non sia legittimo ma per una semplice considerazione: mentre un ricorso per brogli avrebbe significato che alcune migliaia di votanti volevano lei alla guida della regione ed è stata loro sottratta la possibilità di esprimersi un ricorso per illegittimità significa che alcuni passaggi burocratici non sono stati corretti ma i cittadini che li hanno votati lo hanno fatto legittimamente e esattamente con la volonta di appoggiare Cota. Ora nessun annullamento elettorale potrebbe negare questa realtà e rifare le elezioni sarebbe stato quasi umiliante. Ancora una volta però i rapporti tra lei e il partito non hanno funzionato. E lei ha il grande torto di non aver saputo ascoltare (col cuore e la mente aperti prima che con le orecchie) le critiche che - ormai inutili purtoppo perchè in ritardo - le sono state rivollte nelle due direzioni regionali seguite alle elezioni. Ma forse anche la guida del partito non ha funzionato, se su questo delicato passaggio - come su tanti altri prima e dopo - i militanti non hanno saputo altro che quello che veniva dichiarato dai giornali. Certo il senso di solitudine di Bresso si è sentito anche tramite i giornali e mi chiedo quanti ne abbiano gioito, finalmente vendichi di troppi bocconi amari ingurgitati. Ma dov'è il coraggio in questa classe dirigente? Il coraggio di socializzare il proprio dissenso alla Zarina quando era al potere e al partito prima che sui giornali? Mi sembra di avere un partito di veline, il passaggio mediatico prima di tutto. Non mi piace questo partito, non mi piacciono questi politici. Una nota di plauso devo però farla al segretario - che il più delle volte non ho apprezzato - per la lettera pubblicata sul sito del pd. Finalmente una mossa degna di un segretario. Per i contenuti e per il metodo, non urlato, non pubblicato, critico ed esemplare nei confronti di tanti dirigenti. E proprio l'esempio l'aspetto che mi piace di più. Vorrei sentirti più spesso Gianfranco, vorrei conoscerti non per quello che altri dirigenti vogliono che tu appaia ma per le tue idee reali. Auspico che tu riesca a uscire da quest'aria di incapacità dirigenziale che ti è stata cucita addosso facendo rispettare le regole interne di un partito in cui crediamo ancora. Per quanto riguarda il ritiro del ricorso mi spiace non saperne di più di quello che - ancora una volta - hanno detto i giornali. Quando questo tema verrà affrontato con serietà da tutti noi? Quando si farà chiarezza con un po' di lealtà tra tutti noi?