venerdì 29 marzo 2013

Dal sito della Regione Piemonte la legge 3/2013 di riforma urbanistica (per ora senza commenti)

- Aggiorna il quadro di riferimento della pianificazione territoriale e paesaggistica: si
distingue il piano territoriale regionale, che esprime le linee strategiche delle politiche
regionali, dal piano paesaggistico regionale, che diventa lo strumento prevalente per la tutela
e valorizzazione del paesaggio.

- Modifica il sistema di formazione e approvazione degli strumenti della pianificazione
provinciale, con il riconoscimento del Consiglio provinciale quale organo competente
all’approvazione del piano (prima l’approvazione spettava al Consiglio regionale.

- Afferma l’istituto della copianificazione quale strumento “ordinario” e non più
“sperimentale” (la legge regionale 1/2007 lo prevedeva per le varianti strutturali), da
estendere all’intero sistema della pianificazione urbanistica. In precedenza il Piano
regolatore iniziava l’iter in Comune per poi essere visionato da Provincia e trasmesso in
Regione, enti che eventualmente lo rimandavano indietro per richiedere cambiamenti,
allungando di anni la tempistica. Ora invece il lavoro viene condiviso fin dall’inizio nella
conferenza dei servizi svolta in Comune e il testo viene quindi redatto in partenza con la
partecipazione di Regione e Provincia.

- Apre a proposte anche innovative in materia di pianificazione locale, come la possibilità
per i Comuni, ma non l’obbligo, di adottare i modelli “strutturali-operativi” per il Piano
regolatore. In pratica il piano può essere distinto in due parti: la componente strutturale che
individua vincoli e scelte fondamentali di pianificazione, e la componente operativa, che
disciplina gli aspetti e le azioni di dettaglio. Entrambe sono approvate in conferenza dei
servizi, ma il Comune in seguito può modificare autonomamente la parte operativa, qualora
ciò non sia in contrasto con quanto stabilito dal piano strutturale. Le varianti parziali, ovvero le modifiche non sostanziali ai Piani regolatori, rimangono di esclusiva competenza dei Comuni ma sono rafforzati i poteri di controllo da parte della
Provincia, che valuta se ricorrono le condizioni per classificare lo strumento come variante
parziale e se esso è conforme rispetto alla normativa vigente e agli strumenti di
pianificazione sovraordinati.

- Riconosce i processi di variante “semplificata”, ovvero variante con iter e tempi di
approvazione più snelli, agli strumenti urbanistici derivanti da norme e discipline
statali o regionali speciali (accordi di programma, fondi europei, sportelli unici, interventi
di recupero urbano).

- Introduce i principi della perequazione territoriale e urbanistica, quali strumenti
dell’operatività della pianificazione.

- Riconosce e regolamenta istituti da tempo operativi presso i Comuni piemontesi
(monetizzazione delle dismissioni di aree, presentazione di proposte urbanistiche da parte di
soggetti privati), nel rispetto dell’esclusivo potere pubblico nella approvazione finale degli
atti che interessano il territorio.

- Coordina la valutazione ambientale strategica nelle procedure di pianificazione,
costruendo un solido raccordo tra procedure urbanistiche e ambientali, assicurando
l’unitarietà e semplicità dell’iter complessivo.

Il processo di aggiornamento dell’urbanistica piemontese prevede una serie di tappe successive
all’approvazione della legge di riforma urbanistica.

- Emanazione (tramite Dgr) dei documenti operativi, postulati dalla stessa legge: si tratta
soprattutto di note tecniche per l’informatizzazione degli atti e per il raccordo con la Vas
(valutazione ambientale strategica);

- Approvazione del Ppr (Piano paesaggistico regionale) finale in avanzata fase di
rielaborazione;

- Definizione (oltre a quanto già indicato nella legge) degli atti normativi, necessari per
regolare e promuovere le Unioni di Comuni per i Comuni inferiori ai 1.000 abitanti, nonché
per regolare le forme associative nelle fasce tra 1.000 e 5.000 abitanti e sopra i 5.000
abitanti.

- Conseguenti azioni di sostegno tecnico per il lavoro urbanistico dei Comuni e delle loro
Unioni;

- Formazione di un testo organico delle leggi per il governo del territorio, che tenga conto sia
delle esperienze maturate con la nuova legge, sia del riordino delle autonomie locali.

lunedì 18 marzo 2013

La mia prima commissione

Sono di corsa perchè al solito sono in ritardo. Sto per partecipare, per la prima volta, alla V commissione consigliare di Grugliasco. Il block notes è pronto, vado ad imparare. Aiuto!

lunedì 11 marzo 2013

Il mio intervento a c'è #unaltromodo per #unaltropd - sabato 9 marzo 2013

Il mio intervento a c'è #unaltromodo per #unaltropd - sabato 9 marzo 2013 Un incontro quasi autoconvocato tra amministratori del PD e altri simpatizzanti, 50 persone che ruotavano in sala, oltre 250 contatti streeming. 5 minuti per ogni intervento da elaborare intorno a una parola chiave. Ecco il mio intervento. Stringato. Che avrebbe meritato un maggiore approfondimento. Ma questo è #unaltromodo. Questo è #unaltropd. La mia parola è PARTITO Partito come rete. Partito come centro di elaborazione. Partito come fulcro della comunicazione. E quando parlo di centro di elaborazione intendo dire che dobbiamo esserlo non solo prima delle elezioni ma anche tra una elezione e l’altra. Stiamo iniziando a parlare di congresso. Io mi auguro che tutti noi saremo in grado di eleggere persone autorevoli in grado di dare la linea ma soprattutto mi auguro che i nostri eletti sapranno poi nominare nei diversi ruoli e sui diversi temi persone competenti a cui poi si dovrà dare la forza di agire. Dico questo perché il partito deve tornare a raccordare le diverse amministrazioni se non si vuole che le dinamiche smentiscano e svuotino le promesse elettorali. Voglio fare un esempio che mi tocca da vicino. Io arrivo da Grugliasco e voglio parlarvi del rapporto Grugliasco/inceneritore. Grugliasco è sempre stata la Stalingrado dell’Ovest, la città in cui due tornate elettorali fa abbiamo vinto con il 66,8%. A Grugliasco il consenso è stato tenuto grazie alla proprietà pubblica dell’impianto e alla costituzione del comitato locale di controllo. Nonostante ciò all’ultima tornata elettorale i grillini hanno eletto 4 rappresentanti e altri 4 sono stati eletti da altre liste che cavalcavano gli stessi cavalli di battaglia tra cui, appunto, l’opposizione all’inceneritore. Poi Torino ha annunciato la vendita di TRM e il M5S è divenuto primo partito. Guardate che non intendo entrare nel merito della bontà della decisione ma del fatto che, almeno all’apparenza, è completamente mancata un’azione di raccordo tra i diversi sindaci del partito democratico – che avrebbe dovuto svolgere il partito – per cui i giornali hanno riportato dichiarazioni contrastanti e di lite tra i diversi sindaci. Noi in questa campagna elettorale ci siamo ritrovati al mercato con la gente che ci diceva “ci avete promesso che avreste mantenuto il controllo azionario dell’impianto e ci avete tradito. Non dite che è stato Fassino perché siete dello stesso partito. Voi lo sapevate e ora ci volete far credere che il comitato di controllo basterà ad assicurarci la salute. Noi non vi crediamo più”. Bene, se siamo alla ricerca del perché abbiamo perso ricordiamoci che finchè abbiamo la maggioranza degli amministratori dei nostri comuni dobbiamo dare loro credibilità e sostenerli. Ricordiamoci che il partito deve tornare a raccordare le nostre scelte e, subito dopo, la loro comunicazione.