"Il loro valore più importante è stato quello simbolico, perché la
gratuità ha detto a tutti gli italiani – e non solo - che le opere d’arte
appartengono a tutti coloro che hanno il piacere di fruirne".
Credo che uno dei più importanti
doveri di chi fa cultura – o di cultura si occupa – sia l’inclusione. Perché al
bello, al profondo, all’ironico, all’apprezzamento della maestria occorre
essere iniziati. Chi si occupa di cultura deve quindi avere l’obiettivo di
allargare la platea, incontrare nuovi pubblici, parlare linguaggi attrattivi e
mai banali, perché la cultura non può essere fine a se stessa ma essere veicolo
di trasmissione di messaggi e di accrescimento delle coscienze.
Per questo come amministrazione
ci sforziamo di produrre, accompagnare, supportare, promuovere tanti e diversi
modi di fare cultura, destinati a pubblici diversi.
Dall’avvicinamento alla lettura
dei più piccoli (omaggio ai neonati, attività di gioco per le scuole primarie,
attività varie per le famiglie con bambini), ai laboratori di pittura e altre arti
figurative per bambini e adulti, alla musica, al canto, alla danza, alle arti
circensi, ai corsi per la terza età, a quelli per i diversamente abili, al
teatro di figura, alla writers-art, e tanto altro.
Nel nostro piccolo cerchiamo di affiancare
coloro che fanno cultura a Grugliasco supportandoli nella comunicazione, aiutandoli
a tenere i prezzi bassi, a raggiungere i possibili pubblici in prossimità delle
loro case, a creare coscienza e conoscenza dell’importanza del rispetto dei
beni pubblici, della storia locale e dei nostri monumenti.
Abbiamo piccole storie da
raccontare, piccoli musei da far visitare, piccoli monumenti che sono più
importanti per la memoria collettiva che per il valore artistico eppure ci
sforziamo di valorizzarli per insegnare ai nostri giovani quanto vissuto,
quanta storia e quanta cultura ci sia dietro ognuno di quegli oggetti.
E tentiamo di fare il doppio
dello sforzo per raggiungere coloro che non sono avvezzi alla fruizione dell’arte: andare a teatro,
leggere un libro, ascoltare un concerto, guardare un balletto sono infatti momenti
di crescita che spesso sono negati a chi ha come priorità, per sé e per i
propri figli, il pagamento delle bollette.
Per questo motivo leggere dell’abolizione
delle domeniche gratuite ai musei (la prima domenica di ogni mese) è al tempo
stesso un dolore e una delusione. Dolore perché chi non ha mai avuto modo di
avvicinarsi all’arte non è in grado di apprezzarla e, se non l’apprezza, non deciderà
mai di pagare un biglietto per vederla. Delusione perché da chi è, anche
istituzionalmente, più grande di te, ti aspetti il buon esempio, la coscienza
della missione, il saper vedere la luna e non il dito.
Post scritto 1: certo, delle
domeniche gratuite hanno approfittato - giustamente - tante persone che i mezzi
per andare al museo li hanno. Ma le storie della vita si incrociano e magari
con due universitari interessati al museo entrano due amici che hanno
abbandonato la scuola, con la famiglia benestante vengono anche i compagni di
classe dei figli che altrimenti non sarebbero entrati in un museo, … e la
cultura collettiva cresce. Inoltre chi si sposta per visitare un museo gratuito
magari dorme in albergo, mangia una pizza fuori, prende un gelato, paga un
taxi, ottimizza le spese insomma, scegliendo la méta con l’attrazione gratuita
a quella con l’attrazione a pagamento e così il museo gratuito diventa volano
di crescita economica per l’intera comunità.
Post scritto 2: da insegnante di
Storia dell’Arte mi sento abbandonata. Non si può pensare che ci siano ragazzi
che nella loro vita sono entrati in un museo solo perché “obbligati” dagli
insegnanti. E non basta applicare una riduzione per i ragazzi se poi non
possono farsi accompagnare dai genitori.
Post scritto 3: la domenica
gratuita non è certo la soluzione alla mancanza di diffusione della cultura
delle arti figurative ma, di certo, ne ha costituito, in questi anni, un
tassello. Il suo valore più importante è stato quello simbolico, perché la
gratuità ha detto a tutti gli italiani – e non solo - che le opere d’arte
appartengono a tutti coloro che hanno il piacere di fruirne.
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