mercoledì 1 agosto 2018

Dell'abolizione delle domeniche gratuite ai musei


"Il loro valore più importante è stato quello simbolico, perché la gratuità ha detto a tutti gli italiani – e non solo - che le opere d’arte appartengono a tutti coloro che hanno il piacere di fruirne".


Credo che uno dei più importanti doveri di chi fa cultura – o di cultura si occupa – sia l’inclusione. Perché al bello, al profondo, all’ironico, all’apprezzamento della maestria occorre essere iniziati. Chi si occupa di cultura deve quindi avere l’obiettivo di allargare la platea, incontrare nuovi pubblici, parlare linguaggi attrattivi e mai banali, perché la cultura non può essere fine a se stessa ma essere veicolo di trasmissione di messaggi e di accrescimento delle coscienze.

Per questo come amministrazione ci sforziamo di produrre, accompagnare, supportare, promuovere tanti e diversi modi di fare cultura, destinati a pubblici diversi.
Dall’avvicinamento alla lettura dei più piccoli (omaggio ai neonati, attività di gioco per le scuole primarie, attività varie per le famiglie con bambini), ai laboratori di pittura e altre arti figurative per bambini e adulti, alla musica, al canto, alla danza, alle arti circensi, ai corsi per la terza età, a quelli per i diversamente abili, al teatro di figura, alla writers-art, e tanto altro.
Nel nostro piccolo cerchiamo di affiancare coloro che fanno cultura a Grugliasco supportandoli nella comunicazione, aiutandoli a tenere i prezzi bassi, a raggiungere i possibili pubblici in prossimità delle loro case, a creare coscienza e conoscenza dell’importanza del rispetto dei beni pubblici, della storia locale e dei nostri monumenti.
Abbiamo piccole storie da raccontare, piccoli musei da far visitare, piccoli monumenti che sono più importanti per la memoria collettiva che per il valore artistico eppure ci sforziamo di valorizzarli per insegnare ai nostri giovani quanto vissuto, quanta storia e quanta cultura ci sia dietro ognuno di quegli oggetti.
E tentiamo di fare il doppio dello sforzo per raggiungere coloro che non sono avvezzi  alla fruizione dell’arte: andare a teatro, leggere un libro, ascoltare un concerto, guardare un balletto sono infatti momenti di crescita che spesso sono negati a chi ha come priorità, per sé e per i propri figli, il pagamento delle bollette.

Per questo motivo leggere dell’abolizione delle domeniche gratuite ai musei (la prima domenica di ogni mese) è al tempo stesso un dolore e una delusione. Dolore perché chi non ha mai avuto modo di avvicinarsi all’arte non è in grado di apprezzarla e, se non l’apprezza, non deciderà mai di pagare un biglietto per vederla. Delusione perché da chi è, anche istituzionalmente, più grande di te, ti aspetti il buon esempio, la coscienza della missione, il saper vedere la luna e non il dito.

Post scritto 1: certo, delle domeniche gratuite hanno approfittato - giustamente - tante persone che i mezzi per andare al museo li hanno. Ma le storie della vita si incrociano e magari con due universitari interessati al museo entrano due amici che hanno abbandonato la scuola, con la famiglia benestante vengono anche i compagni di classe dei figli che altrimenti non sarebbero entrati in un museo, … e la cultura collettiva cresce. Inoltre chi si sposta per visitare un museo gratuito magari dorme in albergo, mangia una pizza fuori, prende un gelato, paga un taxi, ottimizza le spese insomma, scegliendo la méta con l’attrazione gratuita a quella con l’attrazione a pagamento e così il museo gratuito diventa volano di crescita economica per l’intera comunità.

Post scritto 2: da insegnante di Storia dell’Arte mi sento abbandonata. Non si può pensare che ci siano ragazzi che nella loro vita sono entrati in un museo solo perché “obbligati” dagli insegnanti. E non basta applicare una riduzione per i ragazzi se poi non possono farsi accompagnare dai genitori. 

Post scritto 3: la domenica gratuita non è certo la soluzione alla mancanza di diffusione della cultura delle arti figurative ma, di certo, ne ha costituito, in questi anni, un tassello. Il suo valore più importante è stato quello simbolico, perché la gratuità ha detto a tutti gli italiani – e non solo - che le opere d’arte appartengono a tutti coloro che hanno il piacere di fruirne.

Nessun commento:

Posta un commento