mercoledì 26 giugno 2013

ARCHITETTI DIS-ORDINATI

Non posso non essere d'accordo con una delle frasi che Riccardo Bedrone ha inserito nel suo "Commiato" ai colleghi dell'ordine. Riccardo scrive che si ritiene 

convinto che sia sempre necessario passare la mano, a tutti i livelli, quando si assume un ruolo istituzionale per tanto tempo: lo suggeriscono l'avanzare dell'età ma anche, e soprattutto, l'esigenza di combattere la smodata affezione alle cariche e la gerontocrazia, difetti molto italiani che impediscono alle nuove generazioni di esprimere le loro qualità e di portare innovazione, nelle idee e nei comportamenti, alla guida degli organi elettivi”.

Dopo 12 anni in cui ha tenuto saldamente il comando ha finalmente capito. Dodici anni in cui alcuni altri colleghi (anche loro in consiglio da 12 anni) hanno costituito il nucleo forte al suo fianco.

E forse, molti di quelli che han "passato la mano" ancora sperano di controllare il futuro consiglio accompagnondo i candidati lungo il percorso che porta alle elezioni. 

Lasciamoli crescere questi giovani. Ma lasciamoli crescere liberi.

Io mi sono candidata, e con me altri amici, senza aver creato una "lista" ma in maniera "dis-ordinata". Perchè è necessario dare un segnale. Dire che siamo in tanti e che facciamo percorsi diversi. Dire che chi sarà all'Ordine dovrà rappresentarci tutti anche se molti non sono mai stati contattati da nessuno nel corso di questi mesi di intensa campagna elettorale.

Perchè oltre a essere "dis-ordinati" noi siamo anche "resistenti". Resistiamo alla crisi, resistiamo al "sistema Torino", resistiamo perchè la professione l'abbiamo sognata fin da quando ci siamo iscritti all'università. Perchè la passione non è interesse. E l'ordine non è un veicolo.

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